La storia

L'Associazione Museo dell'Agricoltura del Piemonte è stata costituita nell'aprile del 1977, il 01/04/1979, il Rogito Notarile ne sancisce la nascita;  il 21/06/1979 la Regione Piemonte aderisce all'Associazione (con delibera n. 478) e il 29/07/1986 concede il  riconoscimento della personalità giuridica

L'iniziativa è di un gruppo di docenti della facoltà di Agraria dell'Università di Torino , in collaborazione con colleghi della Facoltà di Lettere, l'Ordine dei Dottori in Scienze Agrarie, i Collegi Provinciali dei Geometri  e i Rappresentanti delle Organizzazioni Professionali di Categoria degli Agricoltori .

L'Atto costitutivo viene redatto di fronte al dottor Federico Bottino, notaio in Torino.Sono presenti:

Luciana QUAGLIOTTI, professore ordinario di Genetica Agraria presso l'Università di Torino

Maurizio QUAGLIOLO, geometra professionista

Franco MARLETTO, assistente universitario

Italo EYNARD, docente universitario

Giancarlo BOUNOUS, professore contrattista universitario

Alberto QUAGLINO, professore

Carlo VIDANO, professore ordinario università di Torino

Bruno CAROSSA, dottore agronomo

Armando MARELLO, impiegato

Giorgio PALLAVICINI, ricercatore universitario

Luigi BASOCCU, assistente universitario

Giuseppe FASSINO,  tecnico agricolo

Corrado GRASSI, professore ordinario di dialettologia italiana

Giorgio SEGRE, insegnante

All'origine dell'iniziativa la preoccupazione di veder scomparire senza tracce il patrimonio culturale del mondo agricolo piemontese e la volontà di intervenire concretamente per la conservazione di questi valori. 

L’Associazione, che non ha scopo di lucro, si propone di realizzare, con criteri tecnici e scientifici rigorosi, un sistema museale articolato in diversi nuclei periferici significativi delle specificità agricole del territorio regionale. Il coordinamento sarà garantito dall’attività di un nucleo centrale, responsabile dei metodi espositivi e del linguaggio e impegnato nel favorire lo scambio di esperienze e conoscenze tra le varie esperienze di musei locali già operanti.

In attesa della costituzione del nucleo centrale, l’Associazione si è impegnata in un tenace lavoro di acquisizione di materiale museografico. Oggi le collezioni del Museo, ammontano a oltre 1600 oggetti (da semplici utensili alle macchine agricole d’interesse storico) tutti inventariati, schedati e catalogati; dei primi 600 si ha riscontro nel primo volume del Catalogo, pubblicato nel 1986. Accanto alla raccolta, schedatura e conservazione del materiale museale, l’AMAP ha promosso una vivace attività di studio e di ricerca.

Nel corso degli anni, anche con il concorso delle istituzioni, furono formulate varie ipotesi per individuare una sede del Museo. Fin dall’inizio l’Associazione si concentrò sull’obiettivo prioritario di costituire una sede centrale in territorio torinese  e di concerto con la Regione Piemonte, che aveva aderito a AMAP nel 1979, e l’Azienda Regionale La Mandria fu individuata la “Cascina La Lobbia” adiacente al Borgo Castello nel Parco della Mandria di Venaria ,composta da alcuni fabbricati rurali in disuso, quale possibile sede centrale. A tal fine fu elaborato un progetto di restauro a fini museali dall’Architetto Carlo Bertola e a cura di Maurizio Quagliolo fu redatto un Progetto Espositivo. Nonostante le migliori premesse l’iniziativa non andò in porto e nel 1990 il Comune di Torino indicò l’ipotesi, quale possibile sede per le collezioni del Museo il fabbricato rurale ubicato in Strada del Nobile 92. In collaborazione con la Provincia di Torino, che mise a disposizione i suoi uffici tecnici, lavorarono alla progettazione dell’opera  l’ing. E. Prigioni e gli architetti S. Moro e G. Reviglio della Venaria , ma anche in questo caso vennero meno le condizioni di realizzazione. Nel frattempo si fece strada una seconda ipotesi localizzativa al Borgo Castello de la Mandria di Venaria con l’utilizzo dei capannoni della Corte  Esterna dove già si trovavano ricoverati i grandi macchinari agricoli facenti parte  della collezione museale , compresi quelli della Ditta Gambino di Chieri. Anche questa soluzione, tuttavia, non giunse a buon fine a causa dell'insediamento del Museo del Paesaggio, progetto che rimase  incompiuto. I macchinari vennero trasferiti sotto una tettoia della cascina Peppinella nel Parco La Mandria dove rimasero fino al 2007.

Nel 1996 fu fatto un ulteriore tentativo d’intesa con la Regione Piemonte e il Comune di Chivasso per insediare la sede museale centrale nello storico complesso della Mandria di Chivasso, da poco inserita nel circuito delle residenze sabaude con progetto di recupero a cura dell’Architetto Tagliasacchi. In seguito a contratto di comodato con l’Amministrazione comunale di Chivasso, i grandi macchinari agricoli ricoverati sotto le tettoie della Cascina Peppinella  furono trasferiti sotto le tettoie  della Mandria di Chivasso. Per questa ulteriore ipotesi di localizzazione nel 2006 venne redatto un approfondito studio di fattibilità con  l’ elaborazione di un business plan affidato allo Studio Michele Bonino - Architettura con la collaborazione della Fondazione Fitzcarraldo e Studio Blend- Progetti e Comunicazione. 

Attualmente l'Associazione continua la  ricerca di una sede espositiva per la collezione che è conservata in gran parte a Grugliasco, in magazzino non accessibile al pubblico, per dare concreta attuazione al progetto di Museo dell'Agricoltura del Piemonte(MAP).